Aree di intervento - Dott.ssa Cristina Barbara Poli

Il principale approccio utilizzato nella mia attività clinica è quello cognitivo comportamentale.

La psicoterapia cognitivo comportamentale rappresenta una delle terapie più diffuse anche perché supportata da numerose ricerche scientifiche che ne dimostrano la validità, l’affidabilità e l’efficacia nel trattamento dei disturbi psicologici. L’approccio cognitivo comportamentale si avvale di tecniche e procedure rigorose e valutabili scientificamente, utili a favorire una migliore gestione degli aspetti emotivi disturbanti. Il modello prevede una stretta relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti ed evidenzia come la maggior parte dei nostri problemi possa essere rintracciata in ciò che pensiamo e come ci comportiamo nel presente, nel qui e ora. Questo significa che agire sul nostro modo abituale di pensare e comportarci può determinare una importante attenuazione dei problemi di cui soffriamo. L’approccio prevede una relazione tra terapeuta e paziente di tipo attivo e collaborativo, formulando degli obiettivi pratici e concreti che possano essere raggiunti e verificati nel corso del trattamento.

Un altro approccio terapeutico utilizzato è quello dell’EMDR Eye Movement Desensitization and Reprocessing (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), una tecnica molto efficace per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto lo stress post-traumatico www.emdr.it.

Il primo colloquio è gratuito, dando quindi la possibilità di capire se intraprendere un percorso insieme valutando l’impegno emotivo ed economico in massima libertà.

Possibilità di effettuare sedute anche via Skype.

Mi occupo di:

Disturbo Bipolare e disturbi correlati

Il disturbo bipolare è un disturbo caratterizzato dall’alternanza di episodi maniacali e episodi depressivi ovvero l’umore oscilla da uno stato di umore eccessivamente “elevato" e irritabile, ad uno di profonda depressione e senso di inutilità. Queste oscillazioni d’umore si susseguono nel tempo, alternate da momenti di calma.
Semplificando gli episodi maniacali sono periodi di umore anormalmente e persistentemente elevato, espanso o irritabile e di aumento anomalo e persistente dell’attività finalizzata o dell’energia, in cui si riscontra la presenza di specifici criteri legati ad autostima ipertrofica o grandiosità, diminuito bisogno di sonno, maggiore loquacità, fuga delle idee, pensieri rapidi, distraibilità, aumento dell’attività finalizzata o agitazione psicomotoria, coinvolgimento in attività dannose e pericolose come acquisti avventati o investimenti azzardati.
Sempre semplificando gli episodi depressivi sono caratterizzati da umore depresso per la maggior parte del giorno, marcata diminuzione di interesse per le attività, perdita di peso oppure aumento di peso in breve tempo, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotori, faticabilità o mancanza di energia, sentimenti di colpa e autosvalutazione, ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, pensieri ricorrenti di morte.
Poiché le conseguenze del Disturbo Bipolare possono essere devastanti e distruttive per la vita della persona e dei familiari ai lui vicino, risulta di primaria importanza riconoscerne la presenza e trattarlo adeguatamente, stabilizzando l’umore.

Disturbi Depressivi

I disturbi depressivi sono caratterizzati dalla presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo.
Il disturbo depressivo maggiore rappresenta la condizione classica di questo gruppo di disturbi, è caratterizzato dalla presenza di un numero specifico di sintomi che possono essere riassunti in: umore depresso per la maggior parte del giorno, marcata diminuzione di interesse per le attività, perdita di peso oppure aumento di peso in breve tempo, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotori, faticabilità o mancanza di energia, sentimenti di colpa e autosvalutazione, ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, pensieri ricorrenti di morte.
Per semplificare possiamo dire che la depressione è una forma in cui caratteristiche tipiche della tristezza risultano sproporzionate perché troppe intense e relativamente invariabili rispetto alla natura degli eventi correlati, ciò comporta difficoltà ad affrontare la vita quotidiana.
La psicoterapia cognitivo comportamentale affronta il disturbo realizzando diversi piani di intervento, da un punta di vista cognitivo volge all’individuazione dei pensieri disfunzionali, al rimurginio caratteristico della depressione, e alla loro sostituzione con pensieri funzionali e maggiormente adattivi e da un punto di vista comportamentale analizza i comportamenti e le azioni correlate al disturbo al fine di sostituirle con azioni e comportamenti più adeguati e adattivi, inoltre fornisce alla persona le abilità necessarie per affrontare i futuri eventi negativi e le possibili ricadute nel disturbo.

Disturbi d’ansia

I disturbi d’ansia comprendono quei disturbi che condividono caratteristiche di paura e ansia eccessive e disturbi comportamentali correlati. La paura è la risposta emotiva a una minaccia imminente, reale o percepita, è più spesso associata a picchi di attivazione automatica necessaria alla lotta o alla fuga, a pensieri di pericolo immediato e a comportamenti di fuga, mentre l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura, è più frequentemente associata alla tensione muscolare e alla vigilanza in preparazione al pericolo futuro e a comportamenti prudenti o di evitamento.
I disturbi d’ansia differiscono l’uno dall’altro per la tipologia di oggetti e di situazioni che provocano paura, ansia oppure per comportamentali di evitamento, e per l’ideazione cognitiva associata.

Alcuni di questi disturbi sono:

• Disturbo d’ansia di separazione
• Mutismo selettivo
• Fobia specifica
• Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)
• Disturbo di panico (attacco di panico)
• Agorafobia
• Disturbo d’ansia generalizzata

La terapia cognitivo-comportamentale risulta molto efficace nel trattamento dei disturbi d’ansia. Partendo dalla ricostruzione storica del disturbo e analizzando i meccanismi di mantenimento dello stesso, verranno formulati degli obiettivi specifici condivisi tra terapeuta e paziente e verranno fornite delle tecniche specifiche attraverso le quali mettere in discussione i pensieri e le credenze disfunzionali, gestire i sintomi d’ansia attraverso l’esposizione graduata alle situazioni e ai pensieri temuti ed evitati.
Può risultare utile comprendere anche un Training di Rilassamento.

Disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati

Nella categoria disturbo ossessivo e disturbi correlati rientrano vari disturbi tra cui Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), disturbo da dimorfismo corporeo, disturbo da accumulo, tricotillomania, disturbo da escoriazione, etc…
Il Disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti che sono vissuti come indesiderati, le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali ripetitive che un individuo si sente obbligato a compiere in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente.
Il Disturbo ossessivo-compulsivo non incide solamente sul funzionamento della persona che ne soffre, ma anche sulla vita delle persone che hanno relazione stretta con il paziente come per esempio familiari, figli, amici stretti, colleghi di lavoro, i quali possono essere coinvolti in rituali compulsivi o in pressanti richieste di rassicurazione.

Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti

I Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti comprendono i disturbi in cui vi è stata l’esposizione del soggetto ad eventi traumatici o stressanti, la quale comporta uno stato di sofferenza che si traduce in una sintomatologia molto variabile da soggetto a soggetto.
Per questa categoria di disturbi vengono spesso utilizzate tecniche come l’EMDR, un trattamento la cui validità scientifica è ben documentata www.emdr.it.

A questa categoria appartengono:

• Disturbo reattivo dell’attaccamento: è caratterizzato nell’infanzia e nella prima adolescenza da un insieme di comportamenti di attaccamento marcatamente o minimamente disturbati o evolutivamente inappropriati, in cui il bambino si rivolge raramente o minimamente in modo preferenziale a una figura di attaccamento per cercare conforto, sostegno, protezione e accudimento.

• Disturbo da impegno sociale disinibito: caratterizzato da un insieme di comportamenti culturalmente inappropriati ed eccessivamente familiari con individui relativamente sconosciuti.

• Disturbo da stress post-traumatico: caratterizzato da un insieme di sintomi tipici che seguono l’esposizione a uno o più eventi traumatici. Le manifestazioni cliniche variano da soggetto a soggetto, possono essere: il rivivere con paura i sintomi emotivi e comportamentali, i pensieri negativi, la presenza di sintomi dissociativi o il rimanere in uno stato di attivazione reattiva eccessiva.

• Disturbo da stress acuto: caratterizzato da sintomi caratteristici dopo l’esposizione a uno o più eventi traumatici che hanno esordio e si risolvono entro un mese dall’evento traumatico.

• Disturbi dell’Adattamento: caratterizzato dalla presenza di sintomi emotivi e comportamentali in risposta ad un evento stressante ben identificabile che potrebbe essere un evento singolo come ad esempio la fine di una relazione sentimentale, oppure possono esservi eventi stressanti multipli come ad esempio marcate difficoltà economiche e problemi coniugali, oppure eventi ricorrenti come ad esempio crisi economiche stagionali, oppure eventi continui come malattia fisica con dolore persistente e aumento di disabilità, vivere in un quartiere con alto tasso di criminalità, etc… Gli eventi stressanti possono riguardare il singolo individuo, un’intera famiglia, un gruppo o una comunità più ampia, possono esservi eventi stressanti legati a specifici eventi nella vita dell’individuo come per esempio andare a scuola, andare via di casa, tornare a vivere con i genitori, sposarsi, diventare genitori, non riuscire a raggiungere obiettivi professionali, pensionamento.

• Disturbo correlato a eventi traumatici e stressanti con altra specificazione: a questa categoria appartengono manifestazioni in cui sono presenti sintomi caratteristici correlati ad un evento traumatico e stressante, che causano disagio clinicamente significativo o compromissione nel funzionamento sociale, lavorativo, relazione ma questi sintomi non soddisfano a pieno i criteri per un disturbo sopramenzionato.

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo, più nello specifico da un’eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione. Mentre le persone in generale si valutano in base alla percezione delle loro prestazioni in una varietà di domini della loro vita (relazioni interpersonali, scuola, lavoro, sport, abilità intellettuali e genitoriali, ecc.), quelle affette da disturbi dell’alimentazione si valutano in modo esclusivo o predominante in base al controllo che riescono a esercitare sul peso, sulla forma del corpo e sull’alimentazione marginalizzando quindi le altre aree della vita fondamentali nella costruzione di un sistema di autovalutazione funzionale, stabile e articolato. Le aree della vita potenzialmente danneggiate dai disturbi dell’alimentazione sono la salute fisica, il funzionamento psicologico, le relazioni interpersonali e la carriere scolastica e lavorativa. Maggiore è la durata e la gravità del disturbo dell’alimentazione, più numerose sono le aree della vita danneggiate.

I principali disturbi alimentari riconosciuti oggi sono:

• Anoressia Nervosa: caratterizzata dall’essere sottopeso in base all’Indice di Massa Corporea (IMC inferiore a 18,5), dalla paura di ingrassare e dall’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo.

• Bulimia Nervosa: caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate, comportamenti di compenso, e dalla frequenza di entrambi questi aspetti, dall’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e da un indice di massa corporea uguale o superiore a 18,5.

• Disturbo da Binge Eating: caratterizzato da frequenti abbuffate, che però non sono seguite da condotte compensatorie come nella bulimia nervosa.

• Disturbo dell’alimentazione o della nutrizione con altra specificazione: a questa categoria appartengono quei disturbi in cui sono presenti sintomi caratteristici dei disturbi sopra menzionati ma che non soddisfano pienamente i criteri per le altre diagnosi.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale parte dal presupposto che i processi cognitivi giocano un ruolo importante nel mantenimento del problema, fondamentale quindi risulta affrontare i processi cognitivi specifici per ogni tipo di disturbo, i pensieri relativi al cibo, al peso e alla forma corporea, il concetto di sé, l’autostima e le relazioni familiari e interpersonali.

Disturbi di Personalità

Un disturbo di personalità è un schema costante di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo e determina disagio o menomazione o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo, relazionale o in altre aree importanti per l’individuo.
I tratti di personalità sono pattern costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali della vita dell’individuo, quando questi tratti di personalità sono troppo rigidi e disadattavi e causano significativa compromissione funzionale o un disagio soggettivo denominano i disturbo di personalità.

Terapia di coppia, problemi di relazione

Una crisi della coppia può risultare positiva se consente la crescita psicologica e sociale dei membri, negativa se non consente una successiva riorganizzazione.
Affinché vi sia un’unione duratura e positiva occorre che i membri della coppia riescano a realizzare: una relativa separazione dalla famiglia d’origine per costruire un’unità familiare diversa, l’organizzazione del quotidiano con un adattamento reciproco, la costruzione di regole funzionali, il saper conciliare le differenze e valorizzare i punti di contatto e la realizzazione dell’intimità.
Un rapporto di coppia può ad un certo punto incontrare crisi e conflitti non facilmente gestibili dal singolo individuo e dalla coppia stessa, che fanno scaturire tensioni forti e emozioni negative. Se la frattura risulta insanabile e mina il patto segreto della coppia e lo rende contradditorio rispetto al patto consapevole, allora risulta necessario affrontarlo e gestirlo correttamente. La terapia di coppia aiuta ad analizzare e ricostruire le difficoltà e le problematiche della coppia, individuare le risorse presenti ma non ancora utilizzate, o eventualmente accompagnare la coppia verso una risoluzione del rapporto.

Autostima

L’autostima è un insieme di valutazioni complessive che effettuiamo su noi stessi e che riguardano diversi ambiti della nostra persona come per esempio intelligenza, cultura, bellezza, posizione sociale, competenze professionali, potere economico, grado di amabilità o diritto di essere amati, adeguatezza nei ruoli che ci appartengo per esempio moglie/marito, madre/padre, figlia/figlio, compagna/compagno, amante, amica/amico, etc.
Questo insieme difficilmente è armonico in tutte le sue sfaccettature per esempio una persona potrebbe ritenersi brava come madre ma non brava nel lavoro oppure pensare di avere molti soldi ma poche relazioni amicali. Una certa disarmonia è normale, ma quando questa disarmonia riguarda troppi aspetti sentiti come carenti oppure ci si sente carenti in un aspetto percepito come fondamentale per l’autostima tanto da far risultare le conferme valoriali ottenuta da altri fattori come meno significative, allora la disarmonia risulta problematica per la vita della persona.
Risulta quindi necessario e importante per la vita della persona il saper coltivare la propria autostima sapendo reagire in modo assertivo alle situazioni e relazioni lavorative, familiari e amicali del proprio quotidiano.

Gestione del lutto

La perdita di persone significative è sempre un evento emotivamente intenso e doloroso. Vivere un lutto significa affrontare il processo necessario per elaborare la perdita, in modo da riuscire a metabolizzarla ed integrarla in modo funzionale al nostro ciclo di vita.
Ogni individuo è geneticamente predisposto all’elaborazione del lutto e al fronteggiamento delle separazioni e perdite, ma in alcuni casi risulta necessario il ricorso ad un supporto terapeutico adeguato per permettere lo svolgersi delle fasi di elaborazione dello stesso.
Vi sono inoltre numerose altre situazioni della vita che rappresentano per il soggetto degli “eventi luttuosi” da un punto di vista mentale quali per esempio una separazione, la nascita di un figlio disabile, la notizia di una malattia degenerativa in famiglia, la scoperta della sterilità; questi eventi richiedono alla persona di rielaborare la perdita della possibilità di realizzare una propria aspirazione, un progetto di vita fortemente voluto.
Il sostegno psicologico e psicoterapico può aiutare a trovare nuovi significati e nuove modalità per gestire e affrontare la vita quotidiana dopo un lutto.

Training di Assertività

Assertività è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni, opinioni e sentimenti senza tuttavia offendere, aggredire l’interlocutore. Si pone quindi come un equilibrio ideale tra due polarità: da una parte il comportamento passivo, dall’altra il comportamento aggressivo. Il Training di Assertività si pone l’obiettivo di far apprendere alla persona modalità comunicative volte a migliorare il proprio rapporto con gli altri, sentendosi liberi di manifestare ed esprimere ciò che si pensa e che si prova, nel rispetto degli interlocutori che hanno i medesimi diritti.

EMDR

L’EMDR è una tecnica psicoterapica strutturata utilizzata per il trattamento di sintomatologie e problematiche legate sia ad eventi traumatici che a esperienze comuni fortemente stressanti a livello emotivo per la persona.
In questa terapia vengono affrontati i ricordi traumatici del paziente che non sono stati elaborati e che danno vita a molte disfunzioni.

Training di rilassamento

Il Training di rilassamento è ampiamente utilizzato per far apprendere tecniche da utilizzare nei momenti di tensione e ansia, diminuendo quindi i livelli di attivazione durante la giornata ristabilendo l’equilibrio psicofisiologico.
Le tecniche di rilassamento sono utilizzate in molteplici protocolli di terapia in aggiunta alla altre tecniche in base alla sintomatologia del paziente

Neuropsicologia

La neuropsicologia clinica è l’applicazione delle conoscenze della neuropsicologia alla diagnosi, gestione e riabilitazione dei pazienti con deficit cognitivi successivi a malattie o danni cerebrali di tipo vascolare o traumatico. In particolare vengono esaminati i pazienti per diagnosticare e migliorare le funzioni specifiche lese come ad esempio linguaggio, attenzione, percezione, cognizione e comportamento.
Sono quindi previsti dei training di riabilitazione dei disturbi cognitivi e comportamentali sia per soggetti portatori di cerebro lesione sia per la prevenzione e la terapia della demenza e delle altre patologie neurodegenerative.